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Il Diario di Gothra 15

Tempo di lettura: 2 minuti

Oggi è un giorno che non esiste.
No, non nel senso che quanto ti racconterò non è mai esistito; quello, soggettività a parte, è vero. Mi spiego meglio. Oggi è un giorno che non ha nome. Colloquialmente è chiamato “Non-Giorno” o “Giorno Assente”, anche se io preferisco di gran lungo il suo nome più antico: Giorno Oscuro. Pare meno sciocco, meno bambino, ma allo stesso tempo più misterioso ed enigmatico; anche se, devo dirtelo, non è nè l’uno, nè l’altro.

I nostri antenati anni fa si sono resi conto che il nostro calendario non si allinea perfettamente con il tempo. Questi hanno notato come ogni 4 anni non ci sia una corrispondenza tra la posizione del sole e del cielo di circa un giorno. Essendo la cosa problematica in termini agricoli e organizzativi non si poteva lasciar correre: i 40 anni si sarebbe sfasato di 10 giorni, abbastanza da mandare a monte ogni singola operazione di vita umana. Così si è deciso di non contare un giorno ogni 4 anni, appunto.

Da qui il nome, “Giorno Oscuro”.

Se vogliamo dirla tutta, è stata una scelta coraggiosa. Il nostro calendario è parte dell’eredità storica che i nostri antenati, i primi Fondatori, ci hanno lasciato. “Mutarlo significherebbe contraddire la loro memoria, su cui si è basata fino ad oggi la nostra vita in comune”, così dicevano in molti. Anche se, devo dire, non so quanto sia rimasto di quella memoria; penso solo il calendario, le monete e poco altro. Tutta roba materiale, più che morale.

A quanto pare la memoria ha bisogno più di essere toccata e vista, piuttosto che ricordata; tanto da cancellare letteralmente un giorno. Poi, alla fine se c’è un reato o si deve firmare un contratto si impone una data specifica, il giorno prima o il giorno dopo, ma questo non toglie il succo della questione. Anzi, me ne fa sorgere un’altra di considerazioni.

Siamo in grado, noi essere umani, di comprendere la natura?

Sbagliamo calendari di ¼ giorno e, nonostante la correzione, abbiamo comunque una minuscola divergenza ogni anno; risibile, ma la abbiamo. Usiamo pezzi di stoffa per misurare le distanze, ma chi ci dice che i lembi non siano alterati dal tempo o addirittura tagliati in maniera corretta? Niente e nessuno. Siamo continuamente alla ricerca di imprigionare la natura, noi umani, ma alla fine riusciamo ad imprigionare le nostre illusioni. Forse è meglio così. Alla fine ci fa sentire sicuri, no?


Tutto questo avveniva in Gothra il Giorno Oscuro dell’anno 568 del Tempo Ordinario