La canzone che per sempre
riposerà in queste corde
è la canzone della città abbandonata
della città ferita e delusa
del paese che ha perso ogni speranza.
Che ha toccato le note più stonate del pianoforte
e ha creato una disarmonia.
Di un cuore che ha pulsato debolmente
e ha finto di amare seriamente.
Abbiamo amato così poco
e così senza fiato siamo rimasti.
Coperti della melma più scura
quella appiccicosa
che riveste le unghie dall’interno
e che non si toglie,
neanche a furia di piangere.
Povera terra mia,
sei una palude da cui spuntano
solo le creste degli alberi lungo i viali
ora ninfee galleggianti
che il sole sbiadisce.
L’unica nota che rimane
è quella dell’umidità
che si scioglie in calore.
da “Crisalide-Trilogia poetica”, pag 69