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Domenica prima della partenza per il Giubileo dei Giovani a Roma

Tempo di lettura: 3 minuti

Il tema centrale del Vangelo di questa domenica è, senza dubbio, quello della preghiera. Trovo che sia molto adatto, quasi una Dio-incidenza, il fatto che la domenica prima della partenza dei giovani per il Giubileo a Roma, ci parli della preghiera. Dunque, perché si va a Roma? Non per fare delle visite turistiche (anche se ci saranno degli spazi dedicati alla cultura), non per andare nei migliori ristoranti che fanno cucina romana, non per fare le storie belle su Instagram… Si va a Roma per pregare! Caspita, dire una cosa così, oggi, sembrerebbe impensabile. Ma come? Si va a Roma per pregare? Che cosa noiosa! Potrei, se proprio devo farlo, pregare in camera mia o, al massimo, andare a Messa in parrocchia. Ma poi, a Roma con il Colosseo, Castel Sant’Angelo, la fontana di Trevi, i tramonti estivi sul Tevere… e io vado per pregare?? Il mondo direbbe: “Cara Chiesa, la preghiera è roba ormai obsoleta, noi siamo andati avanti, vedrai che la tua proposta sarà un flop micidiale!”. Ma siamo sicuri che il mondo abbia ragione? È davvero così? Riporto giusto qualche numero: 2.700 bagni chimici (questo l’aspetto meno piacevole forse), 5 milioni di bottigliette d’acqua, 10 postazioni mediche, 2.000 casse audio, 43 ambulanze, maxischermi posizionati su 2.400 metri quadri, 179 torri audio-video, 3.500 volontari. Ma perché tutto questo movimento? Perché, provenienti da 146 Paesi differenti, arriveranno a Roma ben 500mila giovani!

L’ultimo concerto di Tony Effe aveva circa 5.500 spettatori, a quello di Ultimo ce n’erano 250.000, a quello dei Coldplay 260.000. Perché dico questo? Non per fare a gara (ci saranno più giovani a Roma con il Papa, anziché a qualche concerto recente). Dico questo per un altro motivo: penso che nella vita possiamo stupirci delle cose e credere che siano miracoli, oppure pensare che tutto sia ovvio e scontato e credere così che nulla sia un miracolo. Io credo che nel 2025 avere radunati a Roma 500mila giovani, provenienti da 146 Paesi sia un miracolo. Penso che Dio ci stia parlando, che ancora stia facendo sentire la Sua Parola, la Sua voce, la Sua forza. Penso che con le guerre in corso, con le notizie dei femmicidi, con le notizie di chi è malato terminale, magari giovane, penso che nei nostri cuori sorga la domanda: “Dov’è Dio?”. Certamente la logica di Dio non si ferma a questa vita, non vede come vediamo noi, ma vede sempre oltre le barriere e gli schemi umani. E credo anche che questo Giubileo, Giubileo della Speranza, sia un segno visibile della presenza di Dio. A questo proposito mi torna alla mente Isaia 49 che dice: “Sion ha detto: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai”. Questa presenza così numerosi di giovani al Giubileo io la interpreto proprio come la voce del Signore che ancora oggi, a ciascuno di noi, me e te compresi, dice: “Io non ti dimenticherò mai”.

Altro mito da sfatare: la preghiera è noiosa. Ma chi l’ha detto? Certo, è noiosa se io non la vivo davvero, se non la faccio mia, allora sì che diventa noiosa. Ma se io comincio davvero a mettermi in gioco, se comincio davvero a vivere la preghiera, allora la mia vita si trasformerà in una preghiera perenne perché sarà una lode perenne a Dio. Qualche esempio di preghiera per niente noiosa? Il profeta Samuele ci racconta che il grande re Davide pregava così: “Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore”. Il Libro dell’Esodo ci dice che: “Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: “Voglio cantare al Signore, perché ha mirabilmente trionfato…”. Sempre il profeta Samuele dice così: “Allora Anna pregò così: “Il mio cuore esulta nel Signore, la mia forza s’innalza grazie al mio Dio.” Già la Bibbia, dunque, ci spiega che pregare non è qualcosa di noioso, ma è qualcosa che innanzitutto ha a che fare con la nostra vita, e poi non è qualcosa di obsoleto: si canta, si balla, si loda e si ringrazia. Anche oggi tante persone cantano ma non sanno più quello che cantano, tante persone ballano ma hanno perso il senso del ballo, tante persone purtroppo non ringraziano più, e non solo non ringraziano più Dio, ma nemmeno le persone.

In quei 500mila giovani il mondo è chiamato a scegliere, sapendo che c’è sempre una strada aperta, quella di Gesù Cristo, quella della Chiesa, quella di tanti giovani che con gioia e insieme vogliono camminare e fare qualcosa di bello e di profondo. Qualche giovane al Giubileo piangerà perché magari finalmente si toglie dalle spalle qualcosa di pesante e lo consegna finalmente a Dio, qualche altro giovane riderà preso dall’euforia del momento, qualche altro giovane pregherà in silenzio perché sta cercando Dio nella sua vita. Ma credo che ogni giovane dirà “grazie” al Signore alla fine di questa esperienza, e avrà il cuore pieno di gioia. Perché? Perché la preghiera è in grado di trasformare i cuori, di ammorbidirli, di addolcirli, di allietarli.