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Alla tavola di Procuste

Tempo di lettura: 4 minuti

Mi mancano solo un pediatra, un veterinario e un esorcista, poi con l’ultimo arrivato direi di averli visti tutti. Sì, perché di recente si è aggiunto un nutrizionista (o dietologo) alla già folta schiera di specialisti che mi assistono.
L’ho incontrato qualche giorno fa, e tanto per cominciare mi ha detto che ci saremo rivisti almeno una volta al mese, comunque tutte le volte che metterò piede nell’ambulatorio di qualcun altro per qualunque motivo.
D’acchito mi è sembrato un approccio da brigante di passo.
Impressione sbagliata: nell’ora successiva si è rivelato un sadico, una sorta di Procuste che invece del letto usa la dieta. E lo si capirà leggendo l’estratto del verbale riportato di seguito.

Dottore (D): -senza alzare gli occhi dai suoi fogli- Si accomodi.
Io (I): Buongiorno, va bene qui?
D: Vede forse altro spazio disponibile?
I: …nnno ….
D: Allora stia dov’è.
I: ………
D: Nomecognome, datadinascita, altezza al garrese, peso netto, sù, dica.
I: Sergioequalcosaltro, diecifebbraio di parecchio tempo fa, unmetroesettaquattro dai piedi alla cucuzza, settantunchili al momento.
D: Ha fatto il militare?
I: Sì.
D: E’ irrilevante.
I: …ma me lo ha chiesto lei!
D: Mica vero, si figuri se ho tempo da perdere con simili sciocchezze. Procediamo. Quante volte mangia nel corso della giornata?
I: Poche, quasi sempre una sola volta al giorno, a cena.
D: Male! Malissimo! La metterei al rogo senza passare dal via se l’ASL non avesse proibito una simile sanzione (suppongo per non congestionare il reparto grandi ustionati). Ma andiamo avanti, mio caro delinquente inappetente. E cosa mangia?
I: Un po’ di tutto.
D: Risposta generica, sfuggente, reticente, che serve a niente. Lo sa che nascondere la verità al dietologo è un reato federale?
I: Ma l’Italia non è una federazione!
D: Questo lo dice lei, e visti i suoi precedenti non ci si può fidare. Quindi sputi il rospo.
I: Mai ingoiato rospi veri, solo qualcuno metaforico.
D: Ha ha, adesso fa pure lo spiritoso. Sarebbe così gentile da rendermi edotto della tipologia di alimenti da lei consumati durante la giornata?
I: Così andiamo meglio, malgrado il sarcasmo che trasuda dal paraverbale. Va be’ glielo dico (segue un sommario elenco).
D: Andiamo di malissimo in peggissimo.
I: Moderi i superlativi, dottore.
D: Qui dentro comando io, quindi superlativizzo quanto mi pare. Preferirebbe forse diminutivi e vezzeggiativi? Eccoli: malino, maluccio, malin (ma questo è un cane), peggiolino, peggioluccio, poggiorusco (e questo è un Comune del mantovano). Contento? Ora possiamo tornare alla sua disgraziata situazione, e prima di prescriverle una dieta vorrei sapere quali alimenti preferisce.
I: Tutti i legumi, in particolare i fagioli borlotti.
D: assolutamente proibiti. Poi?
I: La frutta secca.
D: No, manco a parlarne.
I: Cavoli, broccoli, verze…
D: Nyet!
I: Verdura fresca?
D: Nein.
I: Frutta fresca?
D: Prohibido, absolutely forbidden.
I: …latticini …
D: Excluido totalmente, enterdit,
I: … gorgonzola …
D: Se vengo a sapere che ne ha mangiato un pezzo la denuncio.
I: Salumi?
D: Ciccioli frolli di dinosauro.
I: Ma i dinosauri sono estinti da mo’.
D: Appunto, così non cade in tentazione.
I: Abigeato?
D: Quello è furto di bestiame: faccia pure, ma non dica che gliel’ho consigliato io.
I: Carne?
D: Pollo, solo se allevato dalle suore orsoline.
I: Pesci, crostacei?
D: Cotti al vapore, con un filo d’olio depositato a casa del vicino
I: Vino?
D: In un conato di generosità gliene concedo mezzo bicchiere, ma soltanto durante il plenilunio nei mesi dispari, e se non piove.
I: E cos’altro potrei mangiare?
D: -ghigno sardonico- Solo riso in bianco (tanto), patate bollite e pasta scondita.
I: Ma è una dieta desolante, avvilente!
D: Infatti può causare depressione e indurre al suicidio.
I: Quindi lo sa, e me la prescrive ugualmente.
D: Così dice il manuale, e francamente del suo umore m’importa una cippa, come del suo destino. Poi lei mi sta antipatico. Può andare.

Esco col morale sotto le scarpe. Mentre mi incammino lentamente verso l’uscita il dottore esce dallo studio e dice ad alta voce: “Ah, dimenticavo: niente fritti, e se nel suo ozio forzato fa i beghi può mangiarseli, ma senza maionese”.

NOTA

No, non è andata affatto così, anzi: il dottore (un bell’uomo, tra l’altro) è stato molto gentile, attento, preciso nelle domande e chiarissimo nelle spiegazioni, senza un briciolo di superbia.
Pur proibendomi tutte le robe integrali e alcuni dei cibi che preferisco, mi ha aperto un vasto orizzonte alimentare. Proteine e carboidrati a strafottere, quindi anche cioccolato, salumi, budini, yogurt greco, uova, carne, pesce (volendo anche fritto, ma con moderazione), pizza, formaggi di ogni genere tranne quelli erborinati (l’esclusione del gorgonzola è stata un colpo basso che però ho incassato senza batter ciglio, visto tutto l’altro bendidio).
Insomma: sono uscito dall’ambulatorio sollevato e con già in testa una folta lista della spesa.
Mia moglie era sbalordita, e quasi quasi avrebbe voluto darsi malata anche lei.

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