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Teodoro e Paolo

Teodoro e Paolo si conoscevano da circa due anni. Teodoro era frate, Paolo no. Teodoro era sempre calmo, Paolo no. Teodoro amava contemplare e leggere, Paolo no. Teodoro era l’antitesi di Paolo, li chiamavano il diavolo e l’acqua santa. Eppure erano brave persone, entrambe. Teodoro capiva, Paolo no. Guardavano alla croce, Teodoro sorrideva, Paolo no. Paolo era la negazione di Teodoro, ogni cosa che Teodoro faceva Paolo non la faceva, ogni cosa che Teodoro diceva Paolo non la ripeteva, ogni scelta che Teodoro prendeva Paolo non la seguiva. Sarà per questo che Paolo si considerava un ateo. Non perché andasse di moda, non perché era bello, non perché desse maggiore libertà. Paolo si considerava ateo perché aveva conosciuto Teodoro e ogni cosa che Teodoro faceva Paolo la ripudiava. Teodoro a volte aveva risposte, Paolo solo domande. Finché un giorno Paolo disse “voi cristiani o avete compreso qualcosa di grande, o siete tutti impazziti”. Teodoro sorrise e si mise in ginocchio davanti a una grande croce. Paolo continuava a blaterare “come fate a usare una croce, palco di sangue innocente, come bandiera d’orgoglio? La croce è orrenda, è sporca, è ingiusta, e voi la lodate!”. Teodoro si alzò, baciò la croce e disse “noi non lodiamo la croce ma chi vi è morto sopra. La croce è orrenda, è sporca ed è ingiusta, hai ragione mio caro Paolo. Ma proprio per questo Iddio lasciò che suo figlio morisse crocifisso. Perché l’ingiustizia di quella croce è portata lì a causa delle nostre guerre, degli odi partitici, degli stupri, delle calunnie, dei rancori, degli omicidi, delle malelingue. La sporcizia di quella croce è data dai nostri peccati e tutto questo fa di quella croce qualcosa di orrendo. Ma Cristo l’ha purificata con il suo sangue prezioso e ha così purificato tutta l’umanità. Solo lui può cambiare le cose a questo mondo!”. Teodoro aveva l’aria serena, Paolo no. Paolo chiese “Come fai a essere così sereno e sicuro?”, Teodoro guardò Paolo negli occhi e rispose “Ogni giorno lascio che il mio cuore faccia la fine di quella croce, lascio che Cristo lo venga a purificare. È lui che mi dà la forza, io la ricevo e ringrazio di questo dono”. Paolo fissò il cielo e disse “Voglio farmi frate”. Teodoro sbarrò gli occhi incredulo e chiese “Vuoi farti frate? Tu? Ma se nemmeno credi in Dio!”. Paolo sorrise e rispose “Credo che sia Lui a credere in me e finché Lui crede in me io sono a posto. Due anni passati con te mi hanno fatto capire tante cose!”. Teodoro sorrise e sentenziò “L’allievo supera il maestro, sarai un frate migliore di me! E come sceglierai di chiamarti?”. Paolo esclamò “Cristiano, perché il mondo sappia che sono seguace di Cristo!”. “Ben detto mio giovane Fra Cristiano! Penserò io alla tua formazione!” disse Teodoro.
Certe storie sono imprevedibili, ma solo se c’è speranza. Figlia della speranza è la fiducia. Se Dio si fida di noi, perché non fidarci di Lui?