Skip to content
Home » Contents » Il Diario di Gothra – 8

Il Diario di Gothra – 8

Tempo di lettura: 3 minuti

E’ un po’ che non ti scrivo, ma ieri ho avuto una bellissima visita!

Sai, è venuto a trovarmi mio zio, il fratello di mio padre, Astro. Non hai presente chi sia, perché viaggia molto ed è appena passato di nuovo a Gothra. Ero tornato dalla mia visita alle mie proprietà, perfettamente riuscita devo dire, se consideriamo poi anche le marmellate di more e lamponi non può che essere un successo. Beh, mentre sto assistendo ai miei bagagli che vengono scaricati dai carri, accanto al mio palanchino, lo vedo comparire all’improvviso. Ha preso un po’ di peso e sembra addirittura più peloso di quanto ricordassi e con una pelata sui capelli sempre più evidente.

Gli sono corso incontro e ci siamo abbracciati.

Ci tengo molto a mio zio. E’ estremamente gentile, timido, ma quando sta con gli amici e con me esplode completamente. Si mette a fare battute tremende e sfotte tutti i passanti come se fossero i suoi migliori amici. Astro ha la stessa leggerezza delle stelle di cui porta il nome. Mio padre ha sempre detto che lui era uno strano, ma alla fine è stata questa sua stranezza che gli ha garantito di sposarsi con una dei Punta, la quale ha pensato bene di morire poco dopo lasciandogli tutte le proprietà che le aveva lasciato la famiglia. Roba grande, penso un allevamento di carpe e uno di spigole. 

Ogni volta che torna a Gothra mi porta delle sorprese, questa volta non si è fatto mancare. Un tonno, un intero tonno (non vivo ovviamente, non è così ricco)! Ce lo siamo mangiato tutto appena è arrivato, anche se era pieno pomeriggio. Non ti sto a dire che siamo stati malissimo la sera con tutto quel pesce, ma non puoi esimerti. E’ roba da allevamento, ovviamente, roba commerciale, ma il gesto ci stava tutto, anche se il retrogusto di sangue c’era tutto. Niente da dire, asfissiare il pesce impatta sul sapore della carne, ma con mio zio non vai in qualità, ma sempre, rigorosamente, in qualità. Ho aperto anche del vino bianco, ma ho preso quello di bassa qualità, uno forte, fruttato, dolce, di quelli per cui mio zio smania. 

A quel punto abbiamo cominciato a parlare a ruota libera. Se ti dicessi che mi ricordo tutto mentirei, ma di sicuro siamo passati a parlare dei miei viaggi, fino ad arrivare ai suoi, decisamente più interessanti. Terre magnifiche, luoghi completamente diversi, dove la gente lo guardava come se fosse un animale raro. Dove si producono cibi strani e si hanno abitudini ancora più strane. Tipo, ricordo distintamente di un popolo che ballava attorno ad una tomba per celebrare una nascita o qualcosa del genere. Che roba magnifica!

E’ inutile che ti dica che quando passa mio zio, sento la terra allontanarsi di migliaia di metri ed è come avere le ossa nuovamente allineate. Mi sento rinvigorire, allontanare dai miei problemi … è come se, raccontandomi di quei luoghi, venissi proiettato in mondo che non ha problemi, non ha preoccupazioni o ha problemi e preoccupazioni non mie. E’ così piacevole osservare le storie degli altri che talvolta anch’io mi chiedo se non ci sia qualcuno, in un angolo dell’universo oscuro, che sta guardando me e sorride delle mie ridicole vicissitudini.   

Mio zio ha offerto di andare con lui, una di queste volte. Non lo so … 

Mi sento sempre stanco ultimamente, ma penso che sia solo una storiella che mi racconto. Alla fine che preoccupazioni potrei avere? Niente. Perché alla fine solo un piccolo gothriano in una di tante città in questo mondo, in uno dei tanti pianeti, attorno ad un stella, attorno a chissà cos’altro. 

Devo cambiare lavoro. Penso sia quello il problema. Provvederò.

Tutto questo avveniva in Gothra l’84, il giorno 23 del Periodo del Secco, anno 568 del Tempo Ordinario.